CENTRALITÀ CINECITTÀ
La storia di Cinecittà è stata fin dagli inizi molto complessa ed altalenante.
Dalle origini strettamente legate al fascismo, all’apertura verso le produzioni americane che decretò lo straordinario successo degli anni '50-'60, fino ad arrivare ad un lungo periodo di declino e sonnolenza che perdura tristemente fino ad oggi. Tuttavia, è bene ricordarlo, stiamo parlando di una delle più grandi comunità di produzioni cinematografiche del mondo, seconda solo ad Hollywood. Un complesso di 400 mq attrezzato con ben 22 teatri di posa opportunamente equipaggiati che ha fatto la storia del cinema, un patrimonio artistico e culturale che solo in Italia, e probabilmente ancor più a Roma, si può rischiare di perdere. In un Piano Regolatore che millanta la creazione di nuove “centralità” nella periferia romana, veri e propri centri caratteristici atti a plasmare e coadiuvare la crescita della città tutta, vedere Cinecittà abbandonata a sé stessa rappresenta un affronto. È necessario ragionare su quello che già c’è e che già caratterizza la periferia. Cinecittà è periferia ma anche centralità. Prossima al raccordo, caratteristica e caratterizzante, s'impone come esempio esplicito di genius loci, obbligatorio punto di partenza per azioni mirate di rigenerazione urbana. Ma forse finalmente qualcosa si muove in tal senso: dopo tanto avvicendarsi sembra infatti che Cinecittà stia tornando a riprendersi il suo spazio. Certo è che il tutto è avvenuto per moti spontanei, interni per coì dire, e non grazie a illuminate strategie di gestione dello spazio urbano, ma sta di fatto che Cinecittà sta lentamente tornando protagonista della scena culturale romana e lo sta facendo tramite un processo d’innovazione e apertura nei confronti di mondi nuovi, collaterali a quelli del piccolo e grande schermo. Così, dopo aver inaugurato il discutibile parco giochi “Cinecittà World”, gli studi stanno aprendo le porte al pubblico ospitando anche mostre di notevole interesse non strettamente legate al cinema. Al tempo stesso, però, Cinecittà non dimentica le sue origini e dimostra la capacità di saper cogliere le occasioni che in tal senso le si propongono. Ed ecco che proprio qui, all’interno del mitico Teatro 5, si può godere della proiezione dell’ottavo film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight” in formato 70mm. “Che vuol dire 70mm? e perché dovrei conoscere il Teatro 5?” potrebbe giustamente osservare qualcuno. Il 70 mm è un formato di pellicola introdotto negli anni '50 con l’avvento della televisione, è in pratica il doppio della classica pellicola da 35 mm. Questo formato maggiore si traduce di fatto in immagini decisamente più definite e soprattutto in un campo visivo che è quasi il doppio rispetto alla tradizionale 35 mm, donando un impostazione molto più teatrale. Tarantino, già di per sé contrario al passaggio dalla pellicola al digitale, con questo suo ultimo film si è spinto oltre girando appunto in questo formato che di fatto da tempo era stato abbandonato a causa dei costi eccessivi. Il film è stato distribuito quindi in due versioni: una prima in 70 mm della durata di 187 minuti comprensiva di un’ouverture di 3 minuti e 48 secondi accompagnata dalla musica di Morricone, una seconda in formato digitale più corta. La versione in 70 mm, difficilmente proiettabile in cinema normali, viene proiettata solo in tre città: Milano, Bologna e Roma. E così accade che proprio Cinecittà diventi uno dei tre posti in Italia dove assistere a questo piccolo spettacolo. E se si pensa che il tutto avviene nel Teatro 5, il teatro di posa più grande d'Europa, reso celebre da Federico Fellini che qui girò praticamente tutti i suoi film, verrebbe da chiedersi: come potrebbe essere altrimenti? Insomma, aldilà del film in sé, di motivi validi per andare ce ne sono eccome. Roma è anche e soprattutto questo: un’enorme periferia, ponte tra il centro storico e l’area dei Castelli Romani, troppo spesso dimenticata ma vera e unica chiave di volta per la rigenerazione urbana di cui sempre più si parla ma per la quale non sembrano essere messe in atto opportune strategie locali. Da parte nostra, la miglior cosa che si possa fare è premiare queste iniziative...ma affrettatevi che il 28 febbraio interrompono la proiezione! |