CITTÀ A PEDALI
La cultura ha molte facce e il Giro d'Italia è una di queste.
Non solo una delle più grandi manifestazioni sportive d'Europa: il Giro è occasione per l'Italia di promuovere il proprio territorio e le proprie tradizioni. Marketing territoriale portato avanti al ritmo di pedalate che, dalle strade bianche maremmane fino alle impervie cime alpine, accompagnano in tutto il mondo appassionati spettatori alla scoperta delle tante piccole meraviglie nazionali.
Non solo. Il Giro è esso stesso cultura: una memoria collettiva che rimane viva tra appassionati e non, in un rimando continuo a un tempo passato che nostalgicamente riaffiora a ogni edizione. Del resto, chi non ha mai sentito parlare dell'accesa, poetica, rivalità tra Coppi e Bartali? Un duello in cui entrava tutta la storia di un intero paese: politica, lotta di classe, il mitico svolgersi di una vita da film neorealista, con un garzone di bottega arrivato a vincere, nel 1949, Giro e Tour. Nello stesso anno.
Lo storico passaggio di borraccia tra Coppi e Bartali al Tour de France | 1952
Così, nasceva e si alimentava il mito dei Grandi Giri e dei campioni di ciclismo: la bicicletta passava dall'essere strumento indispensabile per le classi più povere (si pensi a Ladri di Biciclette di De Sica) a strumento di sogno ed evasione. Regalo più ambito, mezzo per avventure romantiche o spensierate gare tra amici, la bici era simbolo di libertà e indipendenza.
Nel corso del tempo, però, complici la distanza sempre maggiore tra luoghi di vita e luoghi di lavoro e ritmi di vita sempre più frenetici, si verifica un sistematico e inesorabile affermarsi dell'automobile come mezzo di trasporto per eccellenza, con la conseguente perdita di fascino da parte della bicicletta e dei campioni di ciclismo. Si assiste così, da un lato, a una perdita di pubblico per i Grandi Giri e le Classiche Monumento, dall'altro a una crisi delle due ruote e al totale disinteresse, da parte delle amministrazioni, nei confronti di politiche urbane che vedano nel progetto e nella realizzazione di adeguati percorsi ciclabili un'occasione di sviluppo locale. Il rapporto tra ciclisti e automobilisti diviene sempre più conflittuale, complice la mancanza di un'educazione collettiva al rispetto reciproco. La crisi della bicicletta sembra così coincidere con una vera e propria crisi della cultura urbana: la città non è più il luogo dello stare e del godere ma sempre più si trasforma nel luogo della velocità e del lavoro, in cui lo spostamento non è più occasione di incontro e conoscenza ma perdita di tempo da ottimizzare e ridurre al minimo.
Nel corso del tempo, però, complici la distanza sempre maggiore tra luoghi di vita e luoghi di lavoro e ritmi di vita sempre più frenetici, si verifica un sistematico e inesorabile affermarsi dell'automobile come mezzo di trasporto per eccellenza, con la conseguente perdita di fascino da parte della bicicletta e dei campioni di ciclismo. Si assiste così, da un lato, a una perdita di pubblico per i Grandi Giri e le Classiche Monumento, dall'altro a una crisi delle due ruote e al totale disinteresse, da parte delle amministrazioni, nei confronti di politiche urbane che vedano nel progetto e nella realizzazione di adeguati percorsi ciclabili un'occasione di sviluppo locale. Il rapporto tra ciclisti e automobilisti diviene sempre più conflittuale, complice la mancanza di un'educazione collettiva al rispetto reciproco. La crisi della bicicletta sembra così coincidere con una vera e propria crisi della cultura urbana: la città non è più il luogo dello stare e del godere ma sempre più si trasforma nel luogo della velocità e del lavoro, in cui lo spostamento non è più occasione di incontro e conoscenza ma perdita di tempo da ottimizzare e ridurre al minimo.
90° Giro d'Italia - Arrivo della Tappa Teano - Frascati | 2007
Con riferimento al contesto romano, complici le distanze decisamente non comparabili a quelle affrontate dai cittadini provetti ciclisti delle città del nord, risulta evidente come la crisi della bicicletta sia stata nel tempo alimentata anche e soprattutto dalla totale assenza di percorsi adeguati e di opportune politiche urbane volte a limitare l'uso degli automezzi propri, tramite il potenziamento del trasporto pubblico e la creazione di una rete ciclabile che fosse effettivamente efficace e percorribile. Eppure, da qualche anno, sembra che la situazione stia cambiando: la bicicletta ha conquistato sempre più un posto da leader nella cultura giovanile, al punto che alcuni bar, in pieno centro a Roma, affiggono cartelli con la promessa di sconti sull'aperitivo per chi arriva a pedali.
Un inno al radical chic, forse. Una conferma della necessità di adottare nuove politiche urbane, sicuramente.
La lenta riscoperta di una mobilità a pedali si spiega da un lato con una nuova coscienza collettiva nei confronti della sostenibilità ambientale, dall'altro con il risveglio della volontà di riappropriazione dello spazio urbano: se la città è fatta per essere guardata e vissuta, quale migliore mezzo se non la bici per godersela al meglio?
Un inno al radical chic, forse. Una conferma della necessità di adottare nuove politiche urbane, sicuramente.
La lenta riscoperta di una mobilità a pedali si spiega da un lato con una nuova coscienza collettiva nei confronti della sostenibilità ambientale, dall'altro con il risveglio della volontà di riappropriazione dello spazio urbano: se la città è fatta per essere guardata e vissuta, quale migliore mezzo se non la bici per godersela al meglio?
Una scena del film Ladri di Biciclette - Vittorio De Sica | 1948
Il ritorno, nostalgico se vogliamo, della bicicletta come mezzo di trasporto si lega inoltre alla volontà di ritrovare il senso della collettività: le esperienze del Bike sharing dimostrano come la strategia della mobilità condivisa risulti sempre più vincente nel suo essere garanzia della libertà d'utilizzo e di facile spostamento. Così, il ritorno all'uso della bicicletta determina una necessità di ripensamento dello spazio urbano, nell'ottica di una mobilità facile e immediata, in cui allo spazio abitato dell'automobile si sostituisce la piccola appendice a pedali. Le infinite possibilità di scelta di percorsi e le nuove esigenze che l'uso della bici porta con sé portano così a una necessità di ripensare lo spazio urbano, tramite politiche che portino a uno sviluppo di un'efficace rete di piste ciclabili che siano effettivamente strumento di collegamento tra le varie centralità. Non ultimo, risulta fondamentale il coinvolgimento delle periferie e dei comuni limitrofi alle grandi città: solo il coinvolgimento totale dell'area metropolitana, con Bike sharing di collegamento con i principali nodi di scambio del trasporto pubblico, può essere rivelatore di una vera rivoluzione, in cui la rete sovracomunale possa divenire motore di uno sviluppo urbano sostenibile.
Piste e percorsi ciclabili a Roma e il progetto del GRAB
Al tempo stesso, è d’obbligo ricordare che l’equazione più piste ciclabili = più ciclisti non è sempre valida: solo una cultura popolare della bicicletta, intesa come mezzo di locomozione valido tanto quanto l’automobile e non in contrasto con questa, può portare a buoni risultati su larga scala.
L’esempio dell’area metropolitana di Roma è ad oggi in tal senso ancora scoraggiante: un rete del trasporto pubblico inadeguata a garantire l’indipendenza dalle auto private e la quasi totale assenza di percorsi ciclabili sicuri ed efficienti sembrano essere un ostacolo insormontabile allo sviluppo di un’efficace strategia della mobilità. Una questione da non sottovalutare, anche in considerazione del sempre crescente sviluppo delle aree periferiche, dove ancora manca un’efficace pianificazione.
L’esempio dell’area metropolitana di Roma è ad oggi in tal senso ancora scoraggiante: un rete del trasporto pubblico inadeguata a garantire l’indipendenza dalle auto private e la quasi totale assenza di percorsi ciclabili sicuri ed efficienti sembrano essere un ostacolo insormontabile allo sviluppo di un’efficace strategia della mobilità. Una questione da non sottovalutare, anche in considerazione del sempre crescente sviluppo delle aree periferiche, dove ancora manca un’efficace pianificazione.
Iniziative per l'educazione degli studenti all'uso della bicicletta